Cosa pensano i gatti degli esseri umani

Cosa pensano i gatti degli esseri umani

chef-gatto-lusso-1024x682Gli studiosi hanno preso in esame, per esempio, i modelli di gioco (o la forma in cui i gatti manipolano i giochi) e hanno studiato le variazioni di comportamento dei felini nell’arco delle ventiquattr’ore. Una delle interazioni che ha più incuriosito i ricercatori è quella dei gatti con gli esseri umani. Mentre nei cani è evidente che non considerano le persone alla stregua dei loro simili, e quindi il loro comportamento cambia, nei gatti non è così. Il comportamento dei gatti in relazione alle persone, infatti, non è poi tanto diverso da quello che assumono quando si rapportano agli altri gatti. Quando il gatto alza la coda, o si strofina contro le nostre gambe o ci si siede affianco, sta riproducendo gli stessi modelli di comportamento che assume con i suoi simili.

Alla luce delle dinamiche di gioco osservate nel corso di uno studio, si è giunti alla conclusione che: 

  • I gatti capiscono che i gli umani sono diversi da loro perché riconoscono la diversa grandezza corporea, ma non capiscono che gli esseri umani appartengono ad una specie distinta dalla loro. Per questa ragione trattano le persone come se fossero dei loro simili (infatti si strofinano contro gli esseri umani come farebbero con gli altri gatti, non lo farebbero con animali che considerano inferiori).
  • Possono arrivare a pensare che, in quanto compagni di gioco, gli esseri umani sono troppo lenti e quindi si innervosiscono o si annoiano subito.
  • Si sentono bene accanto alle persone, una volta che si sono abituati alla loro presenza. Tanto che la loro salute mentale e fisica peggiora se allontanati dagli umani. 

È stato dimostrato infatti che i gatti separati dai loro umani, mostrano sintomi di stress e sviluppavano problemi di pelle e disturbi a carico dell’apparato urinario.

  • Riescono inoltre a provocare nei proprietari reazioni diverse a seconda delmiagolio che emettono. I gatti ricorrono alla vocalizzazione per comunicare i propri bisogni alle persone.
  • Trattano ogni membro della famiglia in modo diverso, a seconda del beneficio che possono trarre da ognuno.
  • Mantengono con i proprietari una relazione molto simile a quella che manterrebbero con la madre: impastano, alzano la coda, si strofinano addosso e fanno le fusa. 
  • Credono che siano loro i proprietari delle persone, e non viceversa, e quindi il leccare o lo strofinarsi, altro non sono che modi per “marcare” gli oggetti o le persone.