Incendi in Grecia: l’appello sui social network per trovare gli animali dispersi

Gli occhi disperati. Una mano sulla bocca. Il braccio fasciato per le ustioni. Una donna cammina fra le carcasse delle auto bruciate in una strada di Mati. Una delle città più colpite dagli incendi in Grecia. La sua disperazione non è solo per lo spettacolo infernale in cui si trova, ma anche per il suo cane smarrito. Non riesce a trovarlo. E come lei sono tantissimi gli abitanti e turisti che stanno vivendo lo stesso dramma. 

Sui social network è scattata una vera e propria gara di solidarietà. Molti proprietari pubblicano le foto dei loro animali smarriti, altre persone hanno pubblicato le foto di quelli ritrovati ma di cui non si sa nulla: e così c’è un pastore tedesco trovato con ancora un pezzo di catena al collo, un altro bianco e nero con una ferita alla zampa.  

Sui social ci sono quindi liste di animali ancora dispersi e di quelli trovati, a volte con l’aggiunta di foto e numeri di telefono per essere contattati. E sui siti gli appelli disperati dei gestori di rifugi: 16 cani sono stati tratti in salvo da una struttura devastata dalle fiamme. I volontari li hanno messi “al sicuro” in due auto sulla spiaggia di Kochili. Ma chiedono aiuto: servono acqua potabile, secchi e automobili per trasportarli in altri luoghi. In un altro caso, ad Agia Marina, viene chiesto l’intervento di barche per portare in salvo abitanti e 13 animali che hanno trovato rifugio in una chiesa. Il gattile di Animal Friends House cerca una casa che possa ospitare alcuni degli oltre 60 felini, dopo che la struttura in cui vivevano è andata distrutta e alcuni animali sono morti arsi vivi. 

Dog’s Voice, una delle organizzazioni animaliste più grandi presenti in Grecia, racconta sulla sua pagina Facebook di aver trovato molti animali morti, ma che le ricerche continuano. L’organizzazione ringrazia anche la grande mobilitazione delle persone per aiutarli in questa difficile situazione: sono già oltre trecento le case aperte all’accoglienza degli animali, mentre persone e aziende hanno spedito cibo e medicinali che poco per volta vengono distribuiti ai tanti volontari impegnati sul campo.

Fonte: LaZampa