Il gatto è lui l’animale più potente del mondo

Resiste all’estinzione

I leoni si estinguono nonostante la loro forza, intanto il gatto domestico non conosce crisi ed è presente in ogni angolo del mondo. E il fatto è che, oltre a non avere confini geografici, i gatti domestici non hanno confini affettivi perché, come scrive Abigail Tucker, «hanno messo saldamente le zampe sul territorio più prezioso e sorvegliato del pianeta: il nostro cuore.

Non concepisce l’esistenza di un capo (perché il capo è solo lui)

Se il cane (o altri animali) hanno bisogno di un leader, nel caso dei felini non esiste una gerarchia sociale perché ogni gatto si considera autosufficiente e non tollera nemmeno la presenza di altri simili adulti, tranne che nel momento dell’accoppiamento.

Decide sempre lui (anche in amore)

A differenza dei cani, ai quali è possibile proporre (o imporre) un partner per l’accoppiamento, questo è molto difficile se non impossibile con i gatti. Nel libro si citano studi che confermano che l’uomo è riuscito a influenzare la vita sessuale dei felini solo da 100 anni, sui diecimila e passa di vita in comune, e in ogni caso tuttora si interviene solo su una piccola percentuale di gatti di razza.

Si fa amare come i bambini

Faccia rotonda, guance paffute, fronte ampia, occhi grandi e naso piccolo: sono il corredo felino che l’etnologo austriaco ha definito «segnali infantili» e che rende un gatto irresistibile, proprio come un bambino. Specie agli occhi delle donne in età riproduttiva: secondo diversi studi questo effetto dei segnali infantili sull’ossitocina è persino più potenti.

È autosufficiente

La loro autosufficienza li distingue ulteriormente dai cani perché anche il più domestico dei gatti non dimentica la sua indole selvatica ed è molto flessibile. Può regnare in un monolocale, e poi uscire per una battuta di caccia e ritornare con una preda tra le tante che ama (i gatti domestici cacciano oltre 1000 specie, molte di più di quelle “amate” dai selvatici).

È lui ad addomesticare noi

Non possiamo addestrare un gatto come con un cane, insegnargli a fare ciò che vorremmo. Magari non ce ne rendiamo conto, ma siamo noi che ci adattiamo al gatto, che continua a sperimentare per farci fare ciò che vuole. Come scrive l’autrice: «I gatti sono architetti sperimentali; noi siamo come i cani di Pavlov». Un esempio? Il miagolio. Il gatto miagola, perché comanda al suo padrone di fare qualcosa. In modo ancora più insistente quando il miagolio è più simile a un lamento, come fosse il pianto di un bambino: un richiamo al quale non possiamo non rispondere (e loro lo sanno molto bene).

È il più virale

Ci sono diverse ricerche che confermano che tra quelle caricate da noi, meme, pagine e profili social dedicati, non c’è contenuto più diffuso in rete delle foto di gatti. Nessuno ha individuato un motivo preciso di questo successo senza presenti ma forse si può ipotizzare qualche ragione: diffondere foto di gatti è più economico perché sono gli animali più diffusi sul pianeta, per questa stessa ragione sono i più familiari e quindi quelli che entrano di più nel cuore delle persone e poi si, sono teneri come i bambini

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