Le Paure dei gatti.


gatto_spaventato (1)Chiunque viva con un gatto saprà quanto il suo beniamino possa manifestare improvvisamente una forte preoccupazione anche solo sentendo un flebile rumore (che a noi spesso sfugge) o inquietarsi ad ogni minimo cambiamento. I gatti vivono infatti, spiega Masson, in un costante stato di “allerta”:  “I gatti sono notoriamente timorosi (molto più dei cani, per esempio). Non è del tutto chiaro se questo timore sia una nostra proiezione o se siano davvero paurosi per necessità evolutiva, non avendo amici a proteggerli. Ma l’emozione fondamentale che osserviamo nei gatti forse non è paura in senso proprio, e neppure ansietà, ma è una condizione caratteristica dei felini: una specie di ipervigilanza, una sorta di stato di allerta verso tutte le eventuali fonti di pericolo. Tale condizione è in netto contrasto con quella di “appagamento”. Il fatto che due stati emotivi tanto differenti possano entrambi essere essenziali all’identità emotiva dei gatti, dimostra come essi, forse più di ogni altro animale, se si escludono i cani, vivano nel presente. Riescono a passare da uno stato all’altro come per magia.

Vi sono due situazioni che per i nostri gatti di casa possono diventare il più delle volte traumatiche: le visite dal veterinario e gli spostamenti in macchina. L’aspetto peggiore per i nostri mici è che tali sgradevoli esperienze si sommano l’una all’altra:  “Suppongo che nessun gatto rinunci mai del tutto alla propria indipendenza,almeno non di sua scelta. In occasione delle visite veterinarie sono costretti a farlo e spesso queste diventano eventi traumatici per tutti i gatti, tranne quelli più tranquilli. Portandoli dal veterinario mi sento sempre come se li tradissi. (…) Può essere che i gatti non amino essere spostati da casa, a meno che non siano loro a deciderlo. Forse l’automobile mette in crisi la loro dignità, impedendo di muoversi al loro ritmo e quando vogliono.”

Esiste però una caratteristica della psiche felina (già segnalata all’inizio) che contraddistingue in modo molto specifico l’emotività dei gatti: la capacità di vere “solo nel presente”. I gatti, al contrario di noi esseri umani, non soffrono di paure immaginarie, bensì di timori causati esclusivamente da fonti reali. Tale caratteristica permette loro di passare in un batter d’occhio dal nervosismo alla calma più beata. Una volta sparita la causa del potenziale pericolo o sinceratosi del fatto che non vi era pericolo alcuno, un gatto torna flemmaticamente alle sue precedenti faccende, tra le quali spiccano soprattutto ronfare sul sofà o al sole: “Poiché i gatti vivono al presente, hanno paura solo di quello che hanno davanti. Inoltre temono molte meno cose di quanto facciano gli esseri umani. Il libro “Paesaggi della paura” di Yi-Fu Tuan contiene una lunga lista di cose immaginarie di cui gli esseri umani hanno paura, compresi i fantasmi, le streghe, i presagi, le maledizioni e le divinità. I gatti, al contrario, sono ultrarazionalisti. La vigilanza esasperata e l’imprevedibilità hanno fondamento in pericoli reali. Temono solo ciò che è necessario temere. La calma straordinaria e le flemma attribuite i gatti hanno senza dubbio a che fare con l’assenza di paure immaginarie. Non si preoccupano per il passato e non hanno paura del futuro. Magari fossimo anche noi così liberi.”
Dai gatti, insomma, c’è sempre qualcosa da imparare.