Parlare con cani e gatti è sintomo d’intelligenza

Foto di Aleksandr Nadyojin da Pexels

Non capita di rado che i proprietari di un animale domestico, sia esso un cane oppure un gatto, si rivolgano ai loro amici quadrupedi con un linguaggio molto umano. Per quanto possa risultare singolare dall’esterno, poiché l’esemplare domestico non può di certo rispondere in modo esaustivo alle conversazioni del proprietario, parlare con il cane e con il gatto potrebbe essere un sintomo di grande intelligenza. È quanto rivela un approfondimento dell’Università di Chicago, nel rilevare quanto la tendenza all’antropomorfismo sottenda una mente vivace, creativa e particolarmente snella. Animali e umani approfittano di linguaggi molto differenti e, sebbene non riescano a comprendersi reciprocamente sul fronte meramente vocale, possono farlo analizzando sguardi, gesti e movimenti, nonché dal punto di vista emotivo. Vi sono proprietari, tuttavia, pronti a lanciarsi in lunghi e complicati discorsi con i loro amici a quattro zampe, un fatto dovuto alla tendenza dell’uomo a rendere antropomorfo l’ambiente e gli esseri viventi che lo circondano. Per antropomorfismo si intende la capacità di attribuire caratteristiche umane a oggetti inanimati, animali, piante e molto altro ancora. Tale condizione deriva dalla peculiarità, del tutto unica per gli umani, di intravedere volti e decifrare espressioni anche dove effettivamente non sono presenti: si pensi, ad esempio, all’abilità di riconoscere un viso umano in una nuvola di passaggio. Il fatto che si parli con cani e gatti, di conseguenza, rappresenta l’elasticità della mente nel decodificare espressioni e sensazioni tipicamente umane in esseri viventi non-umani, un fatto che sottolinea un’eccellente decodifica cognitiva, creatività e grandi doti immaginative. Di conseguenza, i proprietari che sono soliti comunicare con i loro quadrupedi risultano, con grande probabilità, anche dotati di una vivace intelligenza. Nicholas Epley, esperto di scienze comportamentali per l’Università di Chicago, ha così spiegato:

L’antropomorfismo è un naturale sottoprodotto di quella tendenza che rende gli umani degli esseri viventi unici sul fronte dell’intelligenza su questo Pianeta.

Non è però tutto, poiché l’antropomorfismo sarebbe anche funzionale alla socializzazione: l’uomo tende a rilevare caratteristiche umane soprattutto nei confronti di oggetti, o animali, con cui si desidera maggiormente interagire.

Fonte: greenstyle.it