ANIMA-LI: Gli animali sono esseri che per definizione contengono un’anima (Parte1)

GLI ANIMA-LI contengono, o meglio, sono stati creati allo scopo di contenere, un’anima. Il loro corpo fisico è il contenitore di quest’anima la quale abita per tutta la vita all’interno dell’animale.

La definizione di anima richiederebbe una trattazione ampia e diffusa, però, in linea generale, possiamo dire che una delle principali qualità dell’anima risiede specificamente nella capacità di sentire. E con ciò non intendo certamente un semplice esercizio legato ai sensi (sentire inteso come sinonimo di ascoltare), quanto piuttosto un processo di interiorizzazione; un sentire interiore. Un sentire la paura, ad esempio, o la gioia, o la rabbia, tutti processi legati a qualcosa di più “ fino” rispetto al sentire semplicemente una sensazione riferita al corpo fisico come, per esempio, un dolore. Gli animali, e questo è ancora più evidente se ci riferiamo in particolar modo al cane e al gatto, sono fortemente impregnati da questa potenzialità di sentire interiormente delle emozioni e dei sentimenti. Ognuno di noi è in grado di percepire le emozioni che questi animali ci comunicano nel momento in cui torniamo a casa dopo una lunga giornata di lavoro; è esperienza comune quella di accorgersi che l’animale “ sente” il nostro arrivo prima ancora che noi fisicamente abbiamo oltrepassato l’uscio di casa. “Riconoscerà il rumore della mia macchina?” ci domandiamo distrattamente. ”O forse l’incedere caratteristico del mio passo lungo le scale? O forse si è abituato all’orario del mio lavoro?” Comunque vadano le cose, quando apriamo la porta di casa immancabilmente ci imbattiamo in un’anima che non vede l’ora di renderci partecipi del suo mondo interiore. E proprio questa capacità di comunicare la propria interiorità attraverso un certo movimento esteriore (scodinzolamento, corse pazze, girotondi, capriole, salti ecc.) è un’altra caratteristica peculiare degli animali.

A differenza delle piante che abbiamo in casa, gli animali hanno la capacità di esteriorizzare attraverso il movimento quello che si sviluppa nella loro interiorità

Gli anima-li sono dunque anche anima-ti, dotati cioè di movimento. L’anima degli animali possiede la capacità di far sperimentare al corpo fisico entro la quale abita, sensazioni, emozioni e sentimenti che trovano la loro ragion d’essere proprio nel momento in cui vengono esteriorizzati attraverso il movimento. La gioia che provano nel reincontraci ogni giorno si palesa attraverso determinati movimenti, completamente differenti da quelli presenti nella paura o nella disperazione. E questa capacità di comunicazione è direttamente proporzionale alla complessità del sistema; in altre parole, più sofisticato è il substrato fisico e più dinamico e creativo è il modo di comunicare. Per farla ancora più semplice, una lucertola – che zoologicamente viene collocata qualche gradino più in basso rispetto ai mammiferi – avrà molte meno necessità di comunicare attraverso il movimento la semplicità del suo mondo interiore. L’anima è dunque movimento: interno ed esterno; e come un’onda che dopo aver raggiunto il suo punto massimo si infrange sulla spiaggia, allo stesso modo l’animale che vive con noi scarica all’esterno, attraverso il gioco, la forza delle sue emozioni e dei suoi sentimenti e ci rende partecipi del suo mondo interiore. Che regalo prezioso che elargisce ogni giorno!

L’anima dell’animale vive delle esperienze che la vita terrena le porta innanzi; essa fa tesoro di tali esperienze per far evolvere se stessa e tutti gli altri animali, poiché, possiamo dire senza paura di essere smentiti, che tutti gli animali sono profondamente collegati gli uni agli altri. L’anima animale ha dunque la possibilità di sperimentare una gamma diversissima di esperienze interiori, perché diversissime sono le forme fisiche entro le quali ha l’opportunità di vivere. Pensiamo ad esempio all’enorme differenza che esiste tra un gatto abituato a vivere sul divano di casa e un leone africano che sperimenta la sua esistenza nella savana; pensiamo alla diversità del contenuto esperienziale che queste due anime sperimentano durante la loro esistenza.

Esoteristi, sciamani, spiritualisti, veggenti, tibetani, occultisti, teosofi, Steiner, la Bailey… tutti i grandi Maestri, ci trasmettono insegnamenti sull’ Anima di GRUPPO negli Animali, che entrano in incarnazione sulla terra, fanno esperienza.. e tornano alla Fonte dopo la loro morte.

Se da una parte il leone della savana è completamente legato ai determinismi della Natura (cicli riproduttivi, approvvigionamento di cibo e gerarchia all’interno del branco), dall’altra il gatto domestico, attraverso l’interazione con l’uomo, riesce ad emanciparsi da tali necessità e ad elaborare una sua esperienza, per così dire, molto più individuale. È come se l’anima che vive nel corpo fisico del leone fosse guidata e indirizzata dall’alto verso determinati comportamenti che trovano il loro senso di esistere all’interno di un ecosistema molto più ampio. La “missione” del leone, il senso dell’esperienza di quest’anima, si manifesta specificamente nel suo ruolo di predatore e controllore che regolamenta il giusto numero di erbivori presenti all’interno di una determinata zona. Gli immutabili cicli della savana hanno bisogno del ruolo che quest’anima svolge grazie alle fattezze fisiche del leone proprio per rimanere tali, perché all’interno di questa immutabilità è nascosto il segreto di un profondo equilibrio dell’intero ecosistema.

Esiste, dunque, una netta differenza di esperienza terrena tra l’anima di un animale selvatico e quella di un animale domestico, e tale differenza consiste proprio nell’emancipazione che quest’ultimo fa, in virtù dello stretto contatto con l’umano, nei confronti della sua ANIMA GRUPPO

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fonte: ghiandolapineale.blogspot.com