La leggenda dei gatti importati a Venezia

Perché Venezia era piena di gatti?

Che Venezia sia nota per essere sempre stata piena di gatti è un dato certo, ma perché in città circolavano così tante specie di questi animali? Che i veneziani nutrissero un forte rispetto per questi animali è un fatto che risale ai tempi della Serenissima quando, durante i viaggi verso l’Oriente gli abitanti della città d’acqua li usavano per difendersi dai ratti. In più, questi animali, erano considerati dei veri e propri portafortuna.

Foto di Marianna Zampieri

Foto di Marianna Zampieri

In questo sito di Marianna Zampieri troverete tante bellissime foto artistiche protagonisti i gatti

La leggenda dei gatti importati a Venezia

La storia dei gatti veneziani risale ai tempi dei commerci tra Venezia e l’Oriente quando, con le galeazze veneziane arrivò in città anche il cosiddetto topo nero, quello della peste. Dato che i gatti veneziani, che erano arrivati precedentemente in città dalle città Dalmate, non erano abbastanza feroci per combattere il terribile animale della peste, i veneziani decisero di importarne di nuovi dalla Palestina e dalla Siria. Si trattava di una particolare razza di questo animale dotata di temperamento molto combattivo: i cosiddetti gatti soriani. Questa specie di gatto venne fatta arrivare in città attraverso i viaggi in nave dall’Oriente e, una volta giunta a Venezia, venne fatta incrociare con la razza veneziana per dare vita a una nuova specie più efficace nella lotta ai topi che stavano invadendo la città.

Con l’esplosione della peste questi gatti, infatti, contribuirono in buona parte alla sconfitta della diffusione dell’origine di questa malattia, ovvero i ratti e iniziarono a girare tra le calli, le corti e i campielli della città diventando dei veri e propri padroni di casa.

Negli anni, i gatti randagi iniziarono a scomparire sempre più e oggi, anche se non se ne trovano più molti lungo le calli della città ci sono alcuni luoghi in cui possono ancora essere avvistati, primo tra tutto il cortile dell’ospedale San Giovanni e Paolo in centro storico, un vero e proprio rifugio di gatti randagi.

 

Foto di Marianna Zampieri

Curiosità

L’amore del Doge Francesco Morosini per il suo gatto

Uno dei personaggi storici di Venezia ricordato per lo smisurato amore per il suo gatto fu il Doge Francesco Morosin, il condottiero non se ne separava mai neppure in battaglia. Quando la sua amatissima bestiolina morì il Doge la fece imbalsamare con un topolino fra le zampe. Fino al XIX il gatto imbalsamato restò in eredità ai discendenti del Morosini, successivamente tutti i suoi averi passarono alla città di Venezia come l’amato felino, la cui teca oggi si trova presso il Museo Civico di Storia Naturale.

I gatti della Libreria Acqua Alta di Venezia

Curiosità, leggende e storia del passato si sono tramandate nel tempo raccontando della profonda simbiosi tra Venezia e i suoi gatti e ancora oggi in alcuni luoghi esclusivi se ne avverte la presenza e il fascino; uno di questi è la Libreria Acqua Alta, qui i gatti fanno da padroni e tra pile di libri, romanzi e ogni tipo di carta stampata passano il loro tempo sonnecchiando e osservando con distacco tipicamente felino i numerosi visitatori e turisti. Qui non ci sono i topi di biblioteca ma i gatti di libreria che hanno l’onore di essere ospitati in una delle librerie più belle e suggestive al mondo, un posto di Venezia che vi consiglio vivamente di visitare  e di cui vi ho già raccontato molto su La Libreria Acqua Alta, la libreria più suggestiva di Venezia